Dr. Anna Cester
La formazione medica e psicanalitica junghiana
Mi sono laureata nel 2001 in Medicina presso l’Ateneo dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, con la tesi “ I disturbi alimentari della seconda infanzia, una nuova classificazione” a conclusione di un lungo tirocinio presso la Neuropsichiatria Infantile di Bologna con il Dott. Franzoni. Durante quel periodo, preparandomi per la tesi di laurea, ho partecipato ad un convegno sui Disturbi del Comportamento Alimentare che si è tenuto nella primavera del 2000 presso l’Università Politecnica delle Marche, organizzato dalla prof.ssa Giovanna Curatola, Professore di Chimica Biologica e Psicoterapeuta junghiana. Durante il convegno, e in particolare seguendo l’esposizione del Prof. Francesco Montecchi su di un caso clinico trattato con la Terapia del Gioco della Sabbia, ho riconosciuto in quella modalità di lavoro e di presenza alla terapia, ciò che avrei voluto come mia formazione professionale e come modalità di aiuto all’altro, e dal 2002 ho iniziato un percorso di analisi personale con Montecchi che successivamente è diventata l’analisi preliminare per l’ingresso all’AISPT ( Associazione Internazionale per la Sand Play Therapy), avvenuta nel 2006.
Nel frattempo sono entrata in scuola di Specializzazione di Pediatria ad Ancona, preferendo iniziare con un approccio all’infanzia che mi permettesse di conoscere bambini con uno sviluppo sufficentemente buono. In quel contesto e in quegli anni ho avuto la possibilità di conoscere ed integrare la visione medico biologica della clinica dello sviluppo in età evolutiva con la lettura dello stesso e delle sue devianze secondo l’ottica dell’Infant Research e della Developmental Psycopatology. Infatti dal 2004 ho integrato la frequentazione della Clinica Pediatrica di Ancona con quella del Dipartimento di Psicologia dell’età evolutiva della Sapienza di Roma, diretto dal prof. Ammaniti; in particolare seguendo il filone di studio e ricerca sui Disturbi alimentari infantili condotto dalla Prof.ssa Loredana Lucarelli. Durante questo percorso di formazione, che è esitato nella tesi di specialità, ho approfondito i modelli psicodinamici dello sviluppo infantile, dai modelli psicanalitici classici ai teorici delle relazioni oggettuali e di quelli dell’attaccamento fino ai modelli più recenti dell’età evolutiva. Ho approfondito l’osservazione del bambino in contesti naturalistici e clinici, attraverso l’analisi di momenti del pasto, del gioco e dell’interazione face to face, osservati direttamente e tramite le videoregistrazioni lette attraverso l’ottica di ricercatori come Sander, Beebe e Lachmann, Tronick, Stern e Chatoor.
Dal 2006 al 2011 ho conseguito la mia seconda specializzazione in psicoterapia all’AISPT. Riassumendo in poche parole gli aspetti principali che la prima formazione all’AISPT mi ha permesso di acquisire, direi la psicologia generale e la psicopatologia dell’età evolutiva attraverso lo studio di autori junghiani e di altri indirizzi psicodinamici. In particolare della psicologia sono stati approfonditi con il dott. Marco Garzonio gli aspetti del gioco e del lavoro con le immagini all’interno di una cornice ermeneutica junghiana. La prima formazione scolastica si è concentrata sulla storia e sullo sviluppo della Sand Play Therapy: la Kalff e i post kalffiani, il processo di individuazione con i suoi simboli per come si compone nei quadri di sabbia; e poi favole e folklore, miti e fenomeni religiosi e storia comparata della psicologia del profondo. E chiaramente la tecnica della psicoterapia analitica, transfert e controtransfert, soprattutto attraverso il gioco della sabbia. In sintesi ho imparato attraverso il Gioco della Sabbia, le grandi potenzialità del lavoro con le Immagini e con il Simbolo, che sono modalità tipiche dell’orientamento di psicoterapia junghiana; e di come questo sia di particolare ausilio in un momento quale il nostro dove l’immaginario collettivo ha un peso così preminente.
Lungo il periodo che va dalla fine della prima formazione psicoterapeutica nel 2011, fino all’entrata al CIPA ( Centro Italiano di Psicologia Analitica) ho avuto, come si vedrà di seguito, diverse esperienze cliniche. Tra queste una molto significativa è stata la possibilità di iniziare a lavorare analiticamente con donne in gravidanza o con difficoltà emotive legate alla fertilità e alla procreazione, o a post partum complessi. L’apertura a pazienti adulti mi ha richiamata ad un lavoro di supervisione analitica, che si è svolto tra il 2014 e il 2016 con il Dott. Sergio Vitali, già primario della Neurologia di Senigallia e analista junghiano, col fine di poter sviluppare un ascolto ed una riflessività sottile e circostanziata alle esigenze della psicoterapia con gli adulti. Per consolidare questo percorso e nella necessità di un confronto in un’associazione che sentivo di vaste vedute ho fatto domanda di ammissione, e sono stata accolta nel Gennaio del 2017, al CIPA ( Centro Italiano di Psicologia Analitica). Consapevole della grande ricchezza del vasto percorso di formazione compiuto, il CIPA ha dato risposta alla necessità di definire meglio una cornice teorica, clinica e metodologica che fosse ampia e rigorosamente orientata in senso analitico. Il focus dei momenti teorici della formazione è stato il confronto con altri campi del sapere e dell’esperienza storica, antropologica e sociopolitica umana, peculiarità che è propria della psicologia junghiana: la spiritualità, le religioni istituzionalmente strutturate, l’immaginazione, i miti, le fiabe, l’istanza del credere, il rapporto corpo/psiche, l’attenzione alle interconnessioni e alla complessità delle esperienze, l’impegno sociale. Ma soprattutto è stato ciò che mi accompagnata verso la piena esperienza di quanto voleva esprimere Jung, quando diceva che: “Lo psicoterapeuta non possiede soltanto il suo metodo, ma è egli stesso quel metodo”. E quindi nel dicembre del 2019, ho concluso il mio training analitico e completato la mia formazione come Psicologa Analista junghiana.
La mia pratica clinica e la nascita del Centro Mosaico
Durante questo periodo, la mia attività clinica si è svolta su diversi spazi. Dal 2006 ho aperto il mio studio, dove ho iniziato a lavorare privatamente con bambini e adolescenti e loro genitori e nel 2012 ho avuto la possibilità di portare per un periodo di un paio di anni il gioco della Sabbia all’interno del contesto ospedaliero dell’Ospedale pediatrico di Senigallia, tramite un contratto a tempo determinato sulla valutazione psicologica di bambini con obesità. Dal 2007 ho iniziato a dare forma concreta alla visione della presa in cura dell’età evolutiva, per come ne avevo fatto esperienza sia attraverso il modello della psicoterapia portato avanti dai Neuropsichiatri infantili del Bambin Gesù sia dall’esperienza personale crescente. E’ da qui che inizia il nucleo primitivo del Centro Mosaico: un luogo dove tessera per tessera è andato facendosi un gruppo di colleghe che lavorano impegnandosi sui disturbi dell’età evolutiva, integrando conoscenze pedo-psichiatriche, psicoterapiche, riabilitative. Inizialmente nel centro ci siamo impegnate nel lavoro con i disturbi psicopatologici dell’età evolutiva, proponendo un lavoro integrato per il bambino e la sua famiglia. Successivamente avendo avuto la possibilità di lavorare anche con bambini con profili di sviluppo atipico e questa esperienza mi ha chiarito la necessità di approfondire gli aspetti mentali ed il livello neuropsicologico alla base dello psichismo. Grazie ad un lungo lavoro di studio e supervisione clinica con la dott.ssa Magda Di Renzo, responsabile dell’Istituto Ortofonologico di Roma, ho approfondito le interconnessioni dinamiche tra aspetti sensoriali, affettivi, cognitivi e pattern relazionali e comportamentali, sviluppando via via un modello personale integrato di comprensione e terapia anche per questo tipo di disturbi. Per questo da diversi anni mi occupo anche dei disturbi del neurosviluppo, attraverso una presa in carico integrata che associa uno spazio di lavoro riabilitativo a un percorso parallelo di sostegno genitoriale. Dal 2012, infine grazie ad un contratto di collaborazione professionale con la Fondazione Salesi tuttora attivo ho continuato a lavorare nel contesto della Clinica Pediatrica e della Neuropsichiatria infantile del Ospedale Salesi di Ancona, con i disturbi alimentari della prima e seconda infanzia.
Lungo tutto questo percorso, ciò che ha accompagnato e sostenuto la pratica e la visione psicoterapeutica nascente, è stata la parallela pratica pediatrica, che ho scelto di svolgere elettivamente in pediatria di famiglia. La possibilità di osservare lo sviluppo normotipico del bambino, lungo il percorso della crescita e d’altronde la confidenza con il corpo del bambino che la pratica pediatrica ti dona, hanno indubbiamente contribuito a dare un taglio significativo alla visione dello sviluppo tanto mia personale quanto quella condivisa nel gruppo Mosaico. Direi almeno per due aspetti: in primo luogo osservare bambini piccolissimi con le loro famiglie sin dall’ origine, permette di cogliere con estrema chiarezza gli aspetti di forza insiti all’interno della storia relazionale tra piccolo ed i suoi caregivers, e altrettanto chiaramente ti permette di cogliere come la clinica psicopatologia franca è preceduta da un lungo tragitto di difficoltà e disagio inascoltato o non debitamente preso in cura. Ed è per questo che mi impegno fortemente non solo nella clinica precoce, ma anche in tutto il percorso di formazione a Pediatri, Insegnanti ed Educatori dei nidi e della scuola di infanzia e primaria, perché convinta da una pratica clinica trasversale che sia auspicabile e possibile un grande lavoro di prevenzione al disagio evolutivo. Il secondo aspetto rispetto alla formazione pediatrica concerne il corpo, che è il protagonista principale della presa in carico nel centro, in un lavoro di ascolto e simbolizzazione che da questa radice senso motoria iniziale si articola in molteplici modalità e livelli e che trova nel lavoro con le immagini della sabbia una massima espressività.
Infant Research e valutazione di efficacia clinica
L’iniziale formazione con il gruppo della prof.ssa Lucarelli si è mantenuta nel tempo attraverso iniziative e congressi con cui mi sono impegnata a diffondere una cultura scientifica rispetto ai Disturbi alimentari infantili, che all’inizio del mio percorso nella nostro territorio erano totalmente sconosciuti tanto ai pediatri di famiglia che a quelli ospedalieri, oltre che alle famiglie stesse dei piccoli con questi disturbi. Presso la Clinica pediatrica ho continuato a svolgere attività di ricerca per diversi anni dal 2006 fino al 2010, studiando la realtà dei disturbi alimentari infantili nella realtà dell’ Ospedale Salesi. Successivamente, fino al 2013 grazie ad un dottorato di ricerca in obesità e patologie correlate presso l’Università Politecnica delle Marche ho continuato lo studio dei disturbi alimentari della prima infanzia, dedicandomi alla conoscenza dell’obesità infantile e dei fattori di trasmissione neurobiologici e psicologici tra madri in gravidanza e il feto ( e poi neonato). Ciò che ho desiderato approfondire attraverso questo studio è l’interconnessione profonda tra aspetti biologici, di regolazione emotiva e delle interazioni precoci tra mamma e bimbo. Questo lavoro, oltre agli aspetti di ricerca scientifica dell’Infant Research, ha rappresentato per me una possibilità di sintesi di quanto appreso dalla psicologia junghiana evolutiva contemporanea ( in particolare della Knox e della Wilkinson), dalla psicologia psicodinamica dell’ età evolutiva e dai modelli di ricerca. La visione naturalistica appresa attraverso l’Infant Research consente con i suoi strumenti, la possibilità di valutazione e validazione dei percorsi e delle strategie diagnostiche e terapeutiche del centro. Questo viene compiuto in pratica introducendo in alcuni momenti della pratica clinica la possibilità di testare sia con colloqui clinici che con strumenti psicodiagnostici appropriati e non invasivi, l’andamento del trattamento proposto.
Costruire una teoria clinica critica ed integrata
Questa lunghissima esperienza di crescita personale e professionale mi ha reso nel tempo consapevole della necessità di una formazione permanente tanto personale che dei colleghi, formazione che sento in dialogo stabile ormai con il vasto modo del sapere psicologico e psichiatrico oltre che con la società civile, con il territorio, con le trasformazioni tecnologiche, economiche e socioculturali di un’epoca di straordinari cambiamenti quale è quella che stiamo vivendo. Come Medico, come Psicoterapeuta e come Responsabile di un centro clinico che si impegna a prestare cura a dei bambini e ragazzi in difficoltà, ho ritenuto eticamente indispensabile, non solo costruire un’ equipe di professionisti debitamente addestrati a mantenersi in ascolto delle esigenze singolari ed uniche di ogni piccolo o grande individuo che ci chiede aiuto. Ma ritengo anche fondamentale di vigilare che si mantenga sempre vivo anche nella pratica quotidiana l’attitudine ad un pensiero critico, per tutelarsi dalle suggestioni e dalle distorsioni di pensiero che impongono certe mode ideologiche e orientamenti di pensiero dominanti, anche in campo medico. Costruendo cioè una teoria che sia critica ed integrata: una visione ed una teoria clinica che ricapitoli un vasto campo di ricerche avanzate e un orizzonte di consapevolezza clinica reso più ampio proprio dalla capacità di ospitare i metodi ed i risultati degli approcci clinici più significativi e solidi. In questo senso mi impegno anche su un piano teorico a mantenere una visione plurale, che sappia comprendere gli apporti di molte scuole di pensiero, interdisciplinare perché si avvale di diverse discipline, interculturale in quanto fa interagire il contributo di più culture e sociale, cioè attenta alla dimensione collettiva, ovvero sociale e storica, dei processi psichici individuali. Questo approccio metodologico critico nasce in me per esprimere, attraverso l’opera della cura e del pensiero sulla cura, la fedeltà a quella dignità umana, che è indelebilmente presente in ogni essere umano, per quanto piccolo o fragile sia. E anche per fedeltà alla misteriosa promessa di una piena realizzazione di sè che vi è inscritta.