L’obiettivo è quello di fornire uno spazio di ascolto e di cura del disagio psicologico, emotivo e relazionale, che bambini, adulti e famiglie possono incontrare nel corso del ciclo vitale.

Il Centro Mosaico, dal 2005, si propone come uno spazio specializzato nella diagnosi, consulenza e trattamento dei disturbi relativi a :

  • DCA (disturbi del comportamento alimentare) con esordio sia nella prima e seconda infanzia che in adolescenza, spesso, quando si parla di disturbi del comportamento alimentare, si incorre nell’errore di riferirsi soltanto a quelli che compaiono nell’adolescenza, in realtà l’alimentazione, in quanto condotta fisiologica, si presta facilmente ad essere un mezzo attraverso il quale si esprime il disagio evolutivo.
  • Post-adozione, fornire aiuto e supporto ai bambini e alle famiglie adottive impegnati nella difficile ricerca di un senso di appartenenza, poiché per il bambino “essere proiettati in una nuova rete familiare non significa riconoscersi membro di quella tribù”(M.Di Renzo), ma implica la necessità di introdurre una nuova pensabilità là dove la disillusione ha bloccato ogni progettualità, dal momento che non può esserci accrescimento cognitivo se non attraverso la costruzione e ricostruzione di trame emotive che accompagnano l’esperienza. Inoltre l’interesse per un lavoro integrato con le famiglie adottive deriva dall’esperienza con le stesse che riferiscono una condizione di solitudine e di sofferenza soprattutto nell’affrontare la vita familiare post-adozione.
  • Disturbi dell’umore, tristezza e disperazione sono sentimenti diffusi nell’età dello sviluppo e, a differenza dell’adulto, il bambino non è in grado di verbalizzare il proprio malessere se non agendolo, ovvero può esprimere la depressione con il linguaggio mimico gestuale e motorio o anche il linguaggio degli organi attraverso le condotte fisiologiche (alimentazione, sonno, sfinteri); le acquisizioni più recenti (psicomotricità, linguaggio); lo stato di salute fisica, ovvero il bambino si ammala spesso o si protegge dal vissuto angoscioso attraverso comportamenti irrequieti, discontinui, iperattivi, con frammentazione del pensiero e dell’attenzione.
  • Disturbi d’ansia ( ansia da separazione, ansia generalizzata e ansia da prestazione),bisogna distinguere l’ansia fisiologica, che si manifesta in specifici momenti evolutivi e ha carattere flessibile e reversibile, da un’ansia patologica (le forme cliniche sopra citate) che ha carattere rigido e persiste nel tempo e che impedisce all’individuo di adattarsi all’ambiente e di attivare risposte più congrue.
  • Disturbi del controllo sfinterico (stipsi, enuresi notturna, encopresi…), nel secondo e spesso nel terzo anno di vita i bambini attraverso il linguaggio del corpo possono esprimere alcune disarmonie psicologiche, pertanto l’alterazione della minzione e del controllo delle evacuazioni intestinali non è da intendersi solo come espressione di un rapporto con il corpo ma è anche mezzo di relazione-comunicazione, rifiuto, donazione con il mondo esterno e con la famiglia.
  • Separazioni coniugali conflittuali e (cosiddetta) PAS, la rottura del legame tra i genitori e l’esplosione del conflitto fanno riemergere nel bambino, in modo molto intenso e spesso patologico, ansie arcaiche, timori di abbandono, angosce persecutorie e depressive, causate dalla mancanza di punti di riferimento chiari e di un contesto rassicurante. L’elemento patologizzante non è la separazione in sé ma è il conflitto esacerbato che porta con sé grandi sofferenze (F. Montecchi). In contrapposizione all’iter processuale, che necessariamente deve basarsi su quesiti che alimentano una dicotomia (genitore competente/incompetente, bravo/inefficiente, colpevole/innocente ecc.) come Centro Clinico, attraverso la proposta di un intervento terapeutico, riteniamo fondamentale uscire da un funzionamento scisso che rischia di avvallare una dinamica disfunzionale sia per la coppia che per il bambino, il quale spesso si trova triangolato da parte di uno o di entrambi i genitori e/o dai parenti con gravi conseguenze sulla personalità del bambino stesso.
  • Abusi all’infanzia (maltrattamento fisico e psicologico, abuso sessuale, violenza assistita e patologia delle cure), una crescente cultura dei diritti dell’infanzia sollecita la società a rinunciare alla negazione, alla rimozione ampliando la possibilità di riconoscere, intervenire e trattare sia gli abusi manifesti, sia le violenze più velate, ugualmente pericolose nel determinare varie forme di disagio. È possibile osservare gli effetti dell’abuso, che sono collegati alla gravità dell’evento traumatico e alla ripetitività dell’esposizione. Tali effetti si possono manifestare con disturbi del comportamento (disregolazione, comportamenti oppositivo-provocatori, iperattività, irritabilità), disturbi del sonno e dell‘alimentazione, disturbi dell’emotività ( manifestazioni di ansia o tristezza), pensieri ricorrenti riguardo eventi o situazioni, flashback, stato di iperallarme, tendenza a evitare situazioni legate allo stress. Gli effetti legati all’abuso si possono manifestare anche con conseguenze sul piano dello sviluppo cognitivo e delle abilità di memoria e attenzione. Come Centro Clinico riteniamo che l’abuso non sia una diagnosi ma una condizione, di cui si possono valutare solo gli eventuali effetti dal punto di vista delle anomalie del comportamento, emozionale, relazionale e dello sviluppo.

Modalità di intervento:

  • Sand-play therapy (Gioco della sabbia), è un metodo terapeutico, ideato negli anni ’60 da Dora Kalff, allieva e paziente di Jung, in cui si utilizza il gioco e l’attività espressiva come strumento terapeutico dove il gesto ludico diviene il centro dell’attività del paziente, la messa in atto del suo mondo interno, un “teatro psichico”che evoca nella sua costruzione le rappresentazioni teatrali. L’uso che il paziente fa dello spazio della sabbiera riflette inoltre il vissuto e il rapporto con il proprio corpo e il contatto corporeo all’interno della relazione terapeutica, viene riproposta l’antica esperienza di cure materne o l’esperienza avuta con la propria superficie corporea.

  • Psicoterapia individuale per bambini, adolescenti e adulti, principalmente di stampo analitico è di solito pensata in base alle esigenze ed alla domanda del singolo individuo ed è preceduta da un inquadramento diagnostico.
  • Terapia genitore-bambino/a, è un approccio terapeutico che affonda le sue radici nella teoria psicoanalitica dove il focus di intervento non è l’individuo in sé e neppure la coppia, ma la relazione genitore e figlio. Tale intervento si delinea come uno spazio transizionale, da poter attraversare, dove poter stare, sentire, ascoltare, vivere un’esperienza relazionale, che consente sia al bambino che ai genitori di riparare e di ristrutturare una relazione più adeguata ai bisogni del bambino stesso.
  • Sostegno alla genitorialità, è un utile strumento sia per la coppia genitoriale o anche per uno solo dei due genitori (casi di monogenitorialità, separazione o divorzio) per affrontare la complessità emotiva, affettiva, relazionale e comunicativa che caratterizza il rapporto con i figli. Il percorso di sostegno alla genitorialità, attraverso una riflessione su di sé (nel ruolo genitoriale) e sui propri vissuti, permette di attivare le competenze e le risorse presenti nel genitore e di costruire una funzione genitoriale in grado di rispondere ai bisogni emotivi e alle richieste dei figli.
  • Terapia familiare e di coppia,tale intervento si fonda sempre su un approccio sistemico relazionale e psicoanalitico, pertanto nel lavoro in parallelo con la famiglia si tiene conto dellinterconnessione tra interazioni reali e fantasmatiche nel tessuto relazionale che lega genitori e bambino, favorendo la ricostruzione di uno spazio mentale specifico per il figlio reale in grado di consentire al bambino quelle trasformazioni maturative necessarie per un sano sviluppo psichico ed emotivo.

Nella terapia di coppia si lavora a seguito di una domanda specifica, dove l’obiettivo dell’intervento non sono i singoli partner né i figli ma la “coppia”, il lavoro è centrato prevalentemente sui problemi della coniugalità soprattutto quando dominano la critica, il disprezzo o qualunque altra difficoltà che li rende infelici e insoddisfatti.